Rosa
Indice
La classificazione delle rose
Stabilire un'esatta classificazione delle rose è problematico e complesso in quanto alcuni caratteri possono variare in maniera significativa e l'evoluzione dei metodi di classificazione porta a frequenti cambiamenti: oggigiorno la classificazione è di tipo genetico piuttosto che dipendente da caratteri visivi.
Di questa catalogazione se ne occupano generalmente i botanici, che non hanno definito un unico sistema "ufficiale". Ad esempio, l'American Rose Society distingue 55 classi di rose, la World Federation of Rose Societies le suddivide in 39 classi, mentre la British Association representing Breeders ne conta 30. Non c'è quindi una chiave univoca di classificazione scientifica.
Forse per questo, la maggioranza degli esperti e studiosi di rose (rodologi), data questa molteplicità di visioni, preferisce suddividere le rose in gruppi ornamentali e, così come proposto dalla American Rose Society, indicare tre tipologie di rose: le rose botaniche, le rose antiche o storiche e le rose moderne. Anche qui, per esemplificare il percorso storico del genere Rosa ci si è avvalsi di uno schema semplificato, un albero filogenetico, cioè di una sorta di "albero genealogico", proposto da Valeria Lugani nel libro "Rose", che si avvale di una bibliografia tra le più qualificate sull'argomento, che indica le trasformazioni dalle specie originarie a quelle odierne.
Rosa centifolia
Le Centifolia si dice che siano originarie di Provenza e sono anche conosciute con questo nome. Non furono introdotte che a partire dal 1650 ca. ed erano ibridi di diverse specie. Si presume che siano state introdotte in Europa dall'Asia Minore, per opera di mercanti olandesi. Nelle prime notizie sulle Centifolia si fa confusione con la Rosa damascena ed è interessante notare che la Rosa centifolia, menzionata da Linneo, era in realtà la Rosa damascena bifera. Erano coltivate per il loro delizioso profumo e la bellezza dei loro fiori fu spesso ritratta dai pittori olandesi e fiamminghi.
"Soltanto se ben coltivate, le varietà di Rosa centifolia - dice il grande esperto Graham Stuart Thomas - possono dirsi buone piante da giardino. Il più delle volte i loro rami spinosi sono tutt'altro che eleganti, ma quando appaiono i loro incantevoli fiori doppi, gli perdoniamo ogni difetto".
Aiutandole pertanto con opportune potature e sostegni onde evitare la loro crescita disordinata e lassa, otterremo degli arbusti dal portamento aggraziato, arricchito dalla pienezza dei fiori che, scaldati dal sole, emanano un profumo davvero fantastico.
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Rosa damascena
I primi ibridi di rosa sono il frutto di incroci tra le rose del mondo classico, usate come fiore reciso ai festini dell'antico Egitto e di Roma imperiale. La damascena è uno di questi ibridi o meglio un riassunto di ibridi. Sono rose molto antiche e compaiono con nomi sempre diversi per cui è molto difficile evitare confusioni. In un trattato del 1551, si dice che " Damascena" stia a indicare la provenienza dalla città di Damasco. Comunque sia, è assai problematico tracciare un albero genealogico esatto di questo gruppo di rose. Le Damascena più compatte rivelano affinità con la Rosa gallica, quelle aperte e spinose con la Rosa centifolia, le Portland hanno sicuramente "sangue" cinese.
Le Damascena necessitano delle stesse cure delle Centifolia: stesso terreno fertile, stesse potature, asportazione della sommità dei rami dopo la fioritura e riduzione di un terzo di quelli lunghi e forti, durante l'inverno. Le Damascena rifiorenti in autunno e le Portland, produrranno un'ottima fioritura, solo se potate come le rose Tè a fine inverno.
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Le stanze delle rose
Gardenia, maggio 2016
Un'appassionata vivaista ha creato una collezione di oltre 1.300 esemplari. In vendita, assieme al progetto di un roseto a moduli, strutturato per colori.
Il profumo delle rose
Estate 2017
In Iran, in un territorio apparentemente inospitale, da oltre 2.500 anni si coltiva la Rosa damascena per estrarne l'essenza, la migliore al mondo, con cui preparare acqua e olio di rose.
Antonio Perazzi
In Iran, in un territorio apparentemente inospitale, da oltre 2.500 anni si coltiva la Rosa damascena per estrarne l'essenza, la migliore al mondo, con cui preparare acqua e olio di rose.
Percorrendo la strada da Teheran a Kashan si attraversa un paesaggio mai visto: non ci sono alberi, poche persone, pochissimi animali. È un territorio minerale, le cui protagoniste sono montagne modellate dal tempo con un disegno grandioso e una raffinata tavolozza di colori che passa dall'ocra al ruggine, dal cobalto al cenere. Ovunque la terra secerne affioramenti di sale che senza mezze misure esprimono la potenza di un territorio sovrumano. A metà strada, la prima tappa è Qom, sede degli studi teologici più integralisti: non un luogo infernale, ma neanche paradisiaco. Altre due ore di macchina e finalmente ecco Kashan.
Chiunque si dica appassionato di giardini dovrebbe venirci perché è qui che si trovano i più antichi dell'Iran. Ma, oltre ai famosi giardini Bagh-e Fin, Kashan riserva molte altre sorprese. Il suo bazar è il più bello che abbia mai visto: anche qui viene declinato sapientemente il tema della fontana e dell'acqua che pensavo si potesse associare solo all'architettura del verde. A Kashan poi ci sono le rose, coltivate in tutta la regione attorno alla città. E se sono venuto in Iran per i mitici giardini persiani, quello che sto cercando qui, adesso, sono soprattutto le rose: ho l'enorme privilegio di essere arrivato nel momento in cui fioriscono.
Possibile possano crescere in un territorio apparentemente tanto inospitale? Sembra impossibile, ma in questo paesaggio ultraterreno, da oltre 2.500 anni, si coltivano rose per estrarne le migliori essenze al mondo. In questa regione tra 1.600 e 2.000 metri di altezza, oltre 15mila ettari sono dedicati a quella che in persiano si chiama mohammadi gul, rosa di Maometto, botanicamente Rosa damascena.
Contrariamente a quello che si crede (così come il giardino islamico, in vero, andrebbe detto persiano), la rosa di Damasco non ha avuto origine in Siria, ma piuttosto nell'antica Persia, attuale Iran. Di giorno in giorno scopro che del Paese con la cultura più antica al mondo si sa troppo poco, e di quel poco la maggior parte è frutto di una censura opprimente che ha origine nei suoi opposti: da una parte come dall'altra. Meglio parlare solo di rose…
È ancora buio quando parto per andare a vedere i campi di coltivazione e raccolta. Sono emozionato, lungo la strada mi perdo un paio di volte e chiedendo indicazioni, finisco col comprare meravigliose focacce calde coperte di semi di sesamo: mangiarle al sorgere dell'alba fa parte della magia del momento. Ecco i campi di rose, mentre da est il sole disegna il profilo delle montagne in controluce e l'aria fresca del mattino porta una fragranza intensissima. Non avevo mai provato una sensazione simile prima, evoca ricordi infantili: la boccetta di vetro blu sopra la toilette della nonna era piena di acqua di rose… Mi sento minuscolo, dentro quella boccetta di vetro, saturo di ricordi olfattivi, sotto la volta del cielo eterno. Un anziano signore sta raccogliendo rose mentre le corolle si schiudono alle prime luci del giorno: mi spiegheranno più tardi alcuni botanici che è giusto compiere l'operazione all'alba perché i fenoli contenuti nei fiori sono centinaia di volte più intensi appena schiusi. Mi fermo a guardarlo e mi fa cenno di avvicinarmi per annusare una manciata di rose che estrae da un sacco appeso al collo. L'acqua di rose di Kashan è considerata così pura da essere usata nelle acquasantiere della Mecca: effettivamente ha qualcosa di celeste anche per un agnostico come me. Quest'acqua divina viene adoperata per diversi usi: per profumare i dolci, purificarsi il viso, preparare bibite rinfrescanti allungata in acqua zuccherata. In aromaterapia si dice serva a curare molti malanni, non so se sia vero, ma è certo che fa star meglio. Poi c'è l'olio, così pregiato da essere venduto a millilitri.
Il segreto per coltivare le rose qui è dissalare prima la terra: si scava un campo ribassato, lo si allaga e asciuga a ripetizione più volte, per far affiorare il sale, fino a che non ne affiora più. L'acqua arriva ancora oggi da canali sotterranei chilometrici che partono dalle sorgenti in montagna, chiamati qanat.
Mentre cammino tra i filari di rose ecco un'altra sorpresa: ai loro piedi, esiste un universo meraviglioso di piccole piante simbionti che sfruttano l'ombra e il fresco dell'irrigazione fino a creare un micro paesaggio parallelo coloratissimo. Sono papaveri, Glaucium, Astragalus, Convolvulus, Cleome, Allium, tulipani, Eremurus…
Protagoniste le rose
Gardenia, maggio 2017
Un giardino affacciato su un bosco ospita una collezione di 140 diverse varietà. A far loro da contorno, erbacee, arbusti, alberi da frutto.
Bianco e profumato
Gardenia, maggio 2017
Nel giardino creato dall'artista Patrizia Fratus, tra cascate di Rosa banksiae e Wisteria floribunda, tappeti di pratoline e non-ti-scordar-di-me, bossi potati ad arte.