Categoria:Permacultura

Da Sotto le querce.
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L'Albero della Permacultura ossia gli elementi della progettazione.
Le radici affondano in molte discipline, un mondo astratto. I prodotti appartengono al mondo reale. La germinazione di un'idea si traduce nel dar forma a un prodotto. I cinque elementi (legno, fuoco o luce, terra, aria, acqua) sono organizzati dall'albero così come l'informazione è organizzata dalle idee.

La permacultura è un sistema di progettazione per la creazione di insediamenti umani sostenibili. Il termine deriva dalla contrazione non solo di “permanent agriculture” ma anche di “permanent culture” dal momento che una cultura non può sopravvivere a lungo senza una base agricola sostenibile e un'etica dell'uso della terra. A un primo livello la permacultura si occupa di piante, animali, edifici e infrastrutture (acqua, energia, comunicazioni). Tuttavia, la permacultura non considera tali elementi come a sé stanti quanto piuttosto come relazioni che si possono stabilire tra loro, in base al modo in cui essi sono collocati in una determinata area.

Lo scopo è la creazione di sistemi ecologicamente ben strutturati ed economicamente produttivi, in grado di provvedere ai propri fabbisogni, evitando ogni forma di sfruttamento e inquinamento e quindi sostenibili sul lungo periodo. La permacultura valorizza le qualità intrinseche di piante e animali, unite alle caratteristiche naturali dell'ambiente e alle peculiarità delle infrastrutture al fine di creare - in città e in campagna - sistemi in grado di sostenere la vita utilizzando la minore superficie possibile di terreno.

La permacultura si basa sull'osservazione dei sistemi naturali e utilizza sia la saggezza dei metodi di coltivazione tradizionali, sia le moderne conoscenze scientifiche e tecnologiche. Anche se è basata su solidi modelli ecologici, la permacultura crea comunque un ambiente coltivato, progettato per produrre alimenti per uso umano o animale in misura maggiore rispetto a quanto avviene generalmente in natura.

Nel libro La rivoluzione del filo di paglia, Fukuoka ha espresso in modo molto chiaro quella che è la filosofia della permacultura: una disciplina che, in poche parole, lavora con, piuttosto che contro la natura, basata sull'osservazione prolungata e ponderata, piuttosto che sull'azione protratta e irriflessiva. È una filosofia che prende in considerazione il ruolo produttivo di piante e animali nel loro complesso, evitando di trattarli come sistemi capaci di generare un unico tipo di prodotto. Utilizzando una metafora mediata dalle arti marziali orientali, si potrebbe dire che la permacultura, come l'aikido, viene applicata schivando i colpi, trasformando le avversità in forza e utilizzando ogni elemento in senso positivo. L'approccio convenzionale è invece più simile al karaté: per far produrre un sistema si utilizza la forza bruta, assestando spesso colpi mortali all'ambiente. La verità è che se noi aggrediamo la natura, danneggiamo e alla lunga distruggiamo noi stessi.

L'uomo potrà ritrovare l'armonia con la natura solo quando rinuncerà all'idea della sua presunta superiorità sul mondo naturale. Levi Strauss ha affermato che il principale errore dell'uomo è quello di considerare se stesso come "padrone del creato", nel senso di esserne al di sopra. È ovvio che l'uomo non è superiore alle altre forme di vita in quanto tutti gli esseri viventi sono espressione della vita stessa. Quando si riesce a cogliere questa verità, si diventa consapevoli che ogni nostra azione contro altre forme di vita è un'azione anche contro noi stessi. Una cultura che comprende questo non distrugge nessun essere vivente, tranne che in caso di estrema necessità.

La permacultura si basa sull'utilizzo di flussi energetici relativamente non nocivi e già esistenti in natura nonché sull'impiego di alimenti e risorse naturali presenti in grandi quantità, in modo che per la loro produzione non sia necessario distruggere la vita sul pianeta. In realtà, tutto ciò che serve per ripristinare e salvaguardare l'ambiente è oramai ben noto; ciò che è ancora sconosciuto è se la gran massa delle persone e dei singoli paesi siano pronti ad applicare tali conoscenze. In ogni caso, milioni di persone stanno già iniziando ad adottare uno stile di vita sostenibile per proprio conto, senza aiuto da parte delle istituzioni. Anche perché è possibile iniziare a fare qualcosa di concreto in questa direzione in qualsiasi luogo.

Possiamo, per esempio, iniziare a ridurre il consumo di energia pro-capite fino al 40%, senza sacrificare nulla di importante. Possiamo riadattare le nostre case per ottenere una maggiore efficienza energetica. Possiamo limitare l'uso dell'auto ricorrendo ai trasporti pubblici o condividendo il suo impiego con gli amici. Possiamo raccogliere l'acqua piovana in cisterne o riciclare le acque grigie per destinarle ai servizi igienici o all'orto. Possiamo anche iniziare a svolgere un ruolo attivo nella produzione di cibo.

Questo non significa per forza di cose che tutti dobbiamo coltivare patate, ma si può per esempio acquistarle direttamente da un agricoltore che coltiva in modo responsabile. In alcuni casi, può risultare più efficace partecipare alla costituzione di un gruppo d'acquisto solidale che si rifornisce da un produttore locale che non coltivare le patate stesse.

In tutti i sistemi di agricoltura permanente, e più in generale in ogni società sostenibile, i bisogni energetici sono soddisfatti dal sistema stesso. Invece, l'agricoltura convenzionale è totalmente dipendente dall'apporto di fonti energetiche esterne. Il passaggio da sistemi produttivi permanenti, in cui la terra era proprietà dell'intera comunità, a metodi di produzione agricola basati su colture annuali destinate esclusivamente al mercato - in cui la terra viene considerata semplicemente un fattore di produzione - implica il passaggio da una società a basso consumo energetico a una società caratterizzata da elevati consumi, uso distruttivo e sfruttamento della terra, dipendenza da fonti esterne di energia fornite principalmente dal terzo mondo sotto forma di combustibili, fertilizzanti, proteine, forza lavoro e abilità intellettuali.

L'agricoltura convenzionale non riconosce, né paga quelli che sono i veri costi: la terra viene impoverita della sua fertilità a causa della coltivazione intensiva; risorse non rinnovabili sono usate per sostenere la coltivazione; il terreno viene eroso a causa dell'eccessivo carico di bestiame e delle numerose lavorazioni; terra e acqua vengono contaminate da prodotti chimici.

La verità è che quando i bisogni di un sistema non vengono soddisfatti dal sistema stesso si paga un prezzo molto elevato in termini di consumi energetici e inquinamento. Un prezzo divenuto oggi insostenibile perché sta uccidendo il pianeta e minacciando la nostra stessa esistenza.

Se ci sediamo sui gradini della porta di casa e guardiamo fuori, vediamo che davanti a noi c'è tutto quello di cui abbiamo bisogno: sole, vento, esseri umani, edifici, pietre, mare, uccelli e piante. La cooperazione con tutti questi elementi porta all'armonia, la contrapposizione conduce al disastro e al caos.

Bill Mollison, Introduzione alla permacultura (Terra Nuova Edizioni. Firenze, 2007)