Robinson - Come sarebbe bello essere un vegetale

Da Sotto le querce.

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Robinson
Come sarebbe bello essere un vegetale

Le piante hanno funzioni decentrate, il loro modello è una rete orizzontale e paritaria. E questo le rende molto resistenti. Esattamente il contrario delle specie animali che si organizzazno in strutture gerarchiche e burocratiche. Il cui risultato è quasi sempre l'inefficienza.

Testo di Stefano Mancuso - La Repubblica Robinson, 20 agosto 2017


Stefano Mancuso

20 agosto 2017

Le piante hanno funzioni decentrate, il loro modello è una rete orizzontale e paritaria. E questo le rende molto resistenti. Esattamente il contrario delle specie animali che si organizzazno in strutture gerarchiche e burocratiche. Il cui risultato è quasi sempre l'inefficienza.

Cos'hanno in comune Wikipedia, le nuove monete elettroniche come Bitcoin o Ethereum, una multinazionale del pomodoro (la Morning Star) e internet? Apparentemente nulla, eppure qualcosa di fondamentale le accomuna: sono tutte organizzazioni decentralizzate. Ossia, senza centro di comando o gerarchia al loro interno; costruite secondo un modello che non ci è molto familiare: quello vegetale.

La storia ha inizio con una scelta evoluzionistica costitutiva, che indirizza piante e animali su due binari diversi. Da una parte gli animali che grazie al movimento si procurano il cibo di cui necessitano, dall'altra parte le piante che rimangono ferme e utilizzano l'infinita (per quanto ci riguarda) energia del sole. La scelta vegetale è gravida di conseguenze. Infatti, se non puoi muoverti, gli animali ti mangiano e l'unico modo per sopravvivere è che il tuo corpo sia costruito in maniera diversa, di gran lunga più robusto di quello degli animali e in grado di sopportare consistenti asportazioni senza risentirne. Come fare? Per intanto non sviluppando nessun organo singolo o doppio: sarebbero dei punti deboli. Immaginate una pianta con degli organi singoli. Un qualunque insetto che intaccasse il funzionamento sarebbe sufficiente a ucciderla. Quindi, niente organi singoli; niente centralizzazione né specializzazione, ma funzioni uniformemente distribuite sull'intero corpo. Il modello vegetale, appunto. L'opposto di quello animale. Cercherò di spiegarmi meglio: noi animali siamo costruiti secondo un semplice schema: un centro di comando (il cervello) che manda ordini a una serie di organi, specializzati in funzioni diverse. Un modello costruito su gerarchia fissa e precisa. L'influenza che l'essere costruiti secondo una struttura piramidale ha esercitato sulle nostre realizzazioni - nonostante la si ritrovi dappertutto - non è subito percepibile. Lo stesso modello sul quale siamo costruiti si ripete in qualunque organigramma di qualsiasi organizzazione, sia essa pubblica o privata. Le società, le compagnie, addirittura i nostri strumenti, sono sempre progettati in modo da replicare questo schema base. Un capo, degli organi e una gerarchia interna. Anche dispositivi come il computer, se si esaminano con attenzione, non sono altro che un analogo sintetico modello animale: un processore al posto del cervello e un hardware a mimare le funzioni dei nostri organi (scheda video, scheda audio, memoria).

Siano esse politiche, economiche, sociali, religiose o di qualunque altro genere vi possa venire in mente, tutte le organizzazioni create dall'uomo rispondono sempre a questo modello: centralizzate e gerarchiche. Questo porta a delle conseguenze. La prima delle quali è la nascita delle oligarchie. Generazioni di ricercatori, a partire da Robert Michels agli inizi del secolo scorso ("chi dice organizzazione, dice oligarchia"), hanno teorizzato l'inevitabilità che qualunque organizzazione evolva, alla fine, in un governo di pochi. Non è finita. Se anche amaste le oligarchie, le sciagure associate alle strutture gerarchiche sono altre e ben più serie. Una su tutte: l'inevitabile burocrazia - un gruppo di amministratori esperti incaricati di trasformare in routine il meccanismo di trasmissione dei comandi attraverso i diversi livelli di gerarchia. Un'apocalisse. Insegno in un ateneo italiano; so di cosa parlo. Un acquisto di pochi euro richiede decine di passaggi, autorizzazioni, commissioni e la dimestichezza con acronimi quali Mepa, Cup, Cig, Ugov, Cineca, Rup, Durc, Rspp, Duvri, Dvr, Perlapa, Sua, Vqr, Ava, Pec, Tsa, Ipa, Sdi, Rpct, Simog, AVCpass, Gpap, Consip (ringrazio il collega Nicola Casagli per la lista). La burocrazia è un male insanabile, che blocca qualunque organizzazione gerarchica e centralizzata generando inefficienza e malaffare.

Nel 1969 lo psicologo canadese Laurence J. Peter formulava il seguente principio: "Ogni membro di un'organizzazione gerarchica scalerà la gerarchia fin quando non raggiunge il suo livello di massima incompetenza". Sembrerebbe a prima vista una boutade, un simpatico paradosso, invece il principio di Peter funziona esattamente come enunciato. In un'organizzazione gerarchica che funzioni al suo meglio è lecito attendersi che i membri più competenti dell'organizzazione, quelli che eccellono nelle funzioni loro assegnate, siano promossi a ricoprire mansioni che richiedono differenti abilità e competenze. Poiché non è detto che esista alcuna relazione fra l'efficienza mostrata da una persona nel suo vecchio incarico e la sua capacità di svolgerne adeguatamente uno nuovo, ecco che il principio di Peter assurge a inaspettata serietà: se si promuove ogni volta il membro più competente di un determinato livello gerarchico, questo continuerà a scalare la gerarchia fino ad arrivare a un livello per il quale non sarà più competente e quindi non sarà più promosso. Le conseguenze di questo postulato a lungo termine implicano un'inarrestabile diffusione dell'incompetenza a tutti i livelli dell'organizzazione, che alla fine inevitabilmente collasserà. Anche a non voler credere alle nostre comuni esperienze, molte serissime analisi matematiche confermano questo modello.

Come detto, la prerogativa fondante degli animali è il movimento. Ce lo abbiamo addirittura nel nome, il fatto che siamo animati: che possiamo muoverci. Il movimento è la nostra principale risorsa. Direi, quasi la nostra sola risorsa. Rispondiamo a tutto con il movimento. Ogni problema porta una soluzione che richiede mobilità. Se non abbiamo da mangiare, ci spostiamo dove ce n'è. Se fa troppo freddo o caldo o umido o secco, si spostiamo dove le condizioni climatiche siano migliori. Muoviti! Alla fine rispondiamo sempre a questa basilare sollecitazione che a ben vedere non è proprio il sistema migliore per risolvere i problemi, quanto piuttosto, per evitarli. Gli animali suggono i problemi e il loro corpo è costruito per garantirne la velocità necessaria. Centinaia di migliaia di anni di evoluzioni dedicati a raffinare l 'arte della fuga. Le piante, che non hanno a disposizione la semplice e versatile soluzione del movimento, i problemi sono costrette a risolverli, trovando soluzioni su come nutrirsi, difendersi, riprodursi, che non implichino il banale spostarsi. Le piante, in breve, risolvono i problemi, mentre gli animali li evitano.

Inevitabilmente questa propensione vegetale alla risoluzione necessita di una organizzazione differente da quella animale. Qualcosa allo stesso tempo robusto e diffuso, in grado di disporre dei dati corretti sui quali procedere per l'elaborazione delle soluzioni. Nell'ambiente di una pianta la risposta al freddo, al caldo, ai predatori, non è legato alla velocità. Per la pianta è essenziale trovare una soluzione efficace che permetta di sopravvivere nonostante il freddo, il caldo, i predatori. Una struttura distribuita, senza alcun comando centrale, in cui ogni nodo ha uguale valore, funziona molto meglio per questi fini. Si tratta di un modello che internet ha reso facilmente disponibile per ognuno di noi e che sta velocemente trasformando le nostre attività comunitarie. Si sente spesso dire che la passione per il bene comune, la partecipazione politica, l'impegno civile, siano in via d'estinzione. Io non credo sia vero: si stanno soltanto spostando lì dove garantiscono una efficacia superiore. Le comunità virtuali o la crescente popolarità dei "Wiki" (siti collaborativi molto semplici da editare e modificare) hanno aumentato a dismisura le possibilità di azione diretta delle persone. Ciò che sta rapidamente scomparendo è l'idea che un coinvolgimento in attività sociali e comunitarie, che preveda organizzazioni centralizzate e con molti livelli gerarchici, possa al giorno d'oggi essere ancora considerata efficiente.

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