Henry David Thoreau

Da Sotto le querce.
« Andai nei boschi perchè desideravo vivere con saggezza, per affrontare solo i fatti essenziali della vita (..) per non scoprire in punto di morte che non ero vissuto. (..) Volevo vivere profondamente e succhiare tutto il midollo della vita. »
Henry David Thoreau, nato David Henry Thoreau (Concord, 12 luglio 1817 – Concord, 6 maggio 1862), è stato un filosofo, scrittore e poeta statunitense.
Henry David Thoreau, nato David Henry Thoreau (Concord, 12 luglio 1817 – Concord, 6 maggio 1862), è stato un filosofo, scrittore e poeta statunitense.

Disobbedienza civile

1849

Thoreau disobbedienza.jpg

incipitÈ con vero entusiasmo che sottoscrivo il motto: «Il miglior governo è quello che governa meno». Mi piacerebbe che fosse realizzato il più velocemente possibile. In realtà si riduce a questo, che il miglior governo «è quello che non governa affatto» e anche in ciò credo fermamente.
incipitÈ con vero entusiasmo che sottoscrivo il motto: «Il miglior governo è quello che governa meno». Mi piacerebbe che fosse realizzato il più velocemente possibile. In realtà si riduce a questo, che il miglior governo «è quello che non governa affatto» e anche in ciò credo fermamente.

Sulla mia persona e sulla mia proprietà il governo ha i diritti che gli concedo e nulla più. L'evoluzione da monarchia assoluta a monarchia costituzionale, e da monarchia costituzionale a democrazia, è verso il rispetto dell'individuo. Persino il filosofo cinese era tanto saggio da considerare l'individuo come base dell'impero. È da chiedersi: la democrazia come noi la conosciamo è realmente la forma di governo più progredita possibile? È forse possibile fare un passo più avanti, verso il riconoscimento e l'organizzazione dei diritti dell'uomo? Non ci sarà uno stato veramente libero e illuminato finché lo Stato stesso non riconoscerà l'individuo come una forza più alta e indipendente, dalla quale forza e l'autorità di esso Stato derivano, e non giungerà a trattarlo di conseguenza. Mi piace immaginare che un giorno ci sarà uno Stato che potrà permettersi d'essere giusto verso tutti gli uomini e tratterà gli individui con lo stesso rispetto con cui si tratta un vicino; uno Stato che addirittura non penserà sia pericoloso per la sua quiete che alcuni individui vivano per proprio conto, senza alcun rapporto o commercio con esso - individui che abbiano compiuto tutti i loro doveri di vicini e di essere umani. Uno Stato il quale producesse questi frutti, e li lasciasse cadere appena fossero maturi, preparerebbe il cammino a uno Stato ancora più glorioso e superiore. Io ho immaginato che anche questo possa esistere, ma non l'ho ancora visto in nessun luogo.

Walden

Ovvero la vita nei boschi.

1854

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incipitQuando scrissi le pagine che seguono – o meglio la maggior parte di esse – vivevo da solo, nei boschi, a un miglio di distanza dal più prossimo vicino, in una casa che mi ero costruito da me sulle rive del lago di Walden, a Concord, Massachusetts; mi guadagnavo da vivere con il solo lavoro delle mie mani. Vissi in quel luogo per due anni e due mesi. Attualmente sono ritornato nel consorzio civile.
incipitQuando scrissi le pagine che seguono – o meglio la maggior parte di esse – vivevo da solo, nei boschi, a un miglio di distanza dal più prossimo vicino, in una casa che mi ero costruito da me sulle rive del lago di Walden, a Concord, Massachusetts; mi guadagnavo da vivere con il solo lavoro delle mie mani. Vissi in quel luogo per due anni e due mesi. Attualmente sono ritornato nel consorzio civile.

Ogni mattina era un gioioso invito a condurre la vita con la medesima semplicità e posso dire con la medesima innocenza della Natura. Come i greci, io sono sempre stato sincero adoratore dell'Aurora. Mi alzavo presto e mi bagnavo nel lago — atto religioso, questo, e una delle cose migliori che facessi. Si dice che sulla vasca da bagno dell'Imperatore Tching-Tang fossero incisi gli ideogrammi corrispondenti a queste parole: «Rinnovati completamente ogni giorno; fallo ancora e ancora, e ancora per sempre». È una massima che accetto. La mattina ci riporta alle epoche eroiche. Il sordo ronzio d'una zanzara che faceva il suo invisibile e inimmaginabile giro per la casa, al primo spuntare dell'alba, quando le finestre erano aperte e io stavo seduto presso la porta, mi provocava la stessa emozione che avrebbe potuto darmi lo squillo d'una tromba che avesse suonato per celebrare qualche gloria. Era il requiem di Omero; essa stessa era un'Iliade e un'Odissea aerea, e cantava la propria ira e il proprio errare. C'era qualcosa di cosmico, in essa: un annuncio, che durerà finché non verrà proibito, dell'eterno vigore e dell'eterna fertilità dell'universo. La mattina, la parte migliore del giorno è quella del risveglio. Allora, c'è in noi meno sonnolenza; e per un'ora, almeno, si risveglia anche quella parte di noi che il resto del giorno resta assopita, sempre che giorno si possa chiamarlo, in cui non è il nostro Genio a svegliarci ma sono invece i meccanici scossoni d'un servitore; o è la sirena della fabbrica — invece che la nostra rinnovata energia interiore e le aspirazioni del nostro intimo, accompagnate da soffi di musica celeste, mentre una fragranza riempie l'aria — e noi ci apriamo così a una vita più nobile di quella nella quale cedemmo al sonno; in questa maniera, porti i suoi frutti l'oscurità, e si dimostri altrettanto apportatrice di bene della luce.

L'uomo che non crede che ogni giorno abbia un'ora più mattutina, un'aurora più sacra e stillante di quante egli ha finora profanato, vive in uno stato di disperazione, e segue un sentiero che diviene sempre più triste e oscuro. Dopo una parziale interruzione della propria vita sensibile, l'anima umana (o piuttosto i suoi organi) si rinvigorisce giornalmente e il suo Genio cerca di nuovo quale nobile vita possa condurre. Dovrei dire che è di mattina, e in un'atmosfera mattiniera, che avvengono tutti i fatti più memorabili. Dicono i Veda: «Tutte le facoltà intellettive al mattino si risvegliano». La poesia e l'arte e le più belle e memorabili azioni umane datano da quell'ora. Come Memnone, tutti i poeti e gli eroi sono figli dell'Aurora, ed emanano la loro musica al sorgere del sole. Per colui i cui agili e vigorosi pensieri seguono il passo del sole, il giorno è un eterno mattino. Non importa che ora possa segnare l'orologio o possano indicare le fatiche e i gesti degli uomini. Per me è mattina quando mi sveglio, e allora l'alba è in me. Le riforme morali sono tentativi di scuoterci il sonno di dosso. Per quale ragione mai danno gli uomini un resoconto così misero delle loro giornate, se non perché sono stati assopiti? Non è che non sappiano valutare. Se non si fossero fatti vincere dal sonno, avrebbero certo compiuto qualcosa di buono. Milioni di uomini sono abbastanza svegli per un lavoro intellettuale, e solo uno su cento milioni per una vita poetica e divina. Essere svegli significa essere vivi. Io non ho ancora incontrato un uomo che fosse completamente sveglio. Come avrei potuto guardarlo in viso?

Dobbiamo imparare a risvegliarci e a mantenerci desti, non con aiuti meccanici ma con una infinita speranza nell'alba, che non ci abbandona neppure nel sonno più profondo. Non conosco nulla di più incoraggiante dell'incontestabile capacità dell'uomo di elevare la sua vita con uno sforzo cosciente. È bello sapere dipingere un certo quadro, o scolpire una statua e così rendere belli alcuni oggetti; ma è molto più degno di gloria scolpire e dipingere l'atmosfera stessa e il mezzo con il quale guardiamo, cosa che possiamo fare moralmente. L'arte più degna è influire sulle qualità del giorno. Ogni uomo ha il compito di rendere la sua vita, anche nei dettagli, degna della contemplazione delle sue opere più belle e più critiche. Se rifiutassimo, o piuttosto consumassimo, le meschine notizie che riceviamo, gli oracoli ci insegnerebbero chiaramente come potremmo farlo.

Andai nei boschi perché desideravo vivere con saggezza, per affrontare solo i fatti essenziali della vita, e per vedere se non fossi capace di imparare quanto essa aveva da insegnarmi, e per scoprire, in punto di morte, che non ero vissuto. Non volevo vivere quella che non era una vita, a meno che non fosse assolutamente necessario. Volevo vivere profondamente, e succhiare tutto il midollo di essa, vivere da gagliardo spartano, tanto da distruggere tutto ciò che non fosse vita, falciare ampio e raso terra e mettere poi la vita in un angolo, ridotta ai suoi termini più semplici; se si fosse rivelata meschina, volevo trarne tutta la genuina meschinità, e mostrarne al mondo la bassezza; se invece fosse apparsa sublime, volevo conoscerla con l'esperienza, e poterne dare un vero ragguaglio nella mia prossima digressione. Ché mi pare che gli uomini abbiano una strana incertezza sul suo valore, se sia Dio o del demonio; e che abbiano concluso un po' troppo rapidamente che il fine principale dell'uomo sulla terra è «glorificare Iddio e goderlo in eterno».

Tuttavia viviamo miseramente come formiche, benché la favola ci dica che già da molto tempo siamo stati cambiati in uomini; combattiamo contro le gru, come i pigmei; è errore sopra errore, rattoppo sopra rattoppo, e la nostra migliore virtù ha la sua origine in una superflua e ovviabile miseria. La nostra vita è sciupata in dettagli. Una persona onesta ha raramente bisogno di contare più delle sue dieci dita; o, in casi estremi, può aggiungere anche le dita dei piedi, e buttare il resto. Semplicità, semplicità, semplicità!


«Voi che amate gli affari pubblici, che bisogno avete di usare punizioni? Amate la virtù e il popolo sarà virtuoso. Le virtù dell'uomo superiore sono come il vento; le virtù dell'uomo comune come l'erba; l'erba, quando il vento passa sopra di essa, si curva.»


Ogni uomo è il costruttore di un tempio, chiamato il suo corpo, sacro al dio che egli onora, secondo uno stile puramente suo proprio, né egli può tralasciarlo martellando invece il marmo. Siamo tutti scultori e pittori, e il nostro materiale è la nostra carne, il nostro sangue, le nostre ossa. Ogni nobiltà comincia subito a raffinare l'aspetto dell'uomo, ogni bassezza e sensualità cominciano subito ad abbrutirlo.