Abitare - Rifugio d'alta quota

Da Sotto le querce.

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Abitare
Rifugio d'alta quota

Una piccola struttura per amanti della montagna, disegnata con maestria da studio SNØHETTA, rafforza una tradizione tipicamente norvegese. Quella delle spartane e sostenibili casette per vacanze immerse nella natura.

Testo di Matteo Poli, Fotografie di James Silverman - Abitare dicembre 2018


Matteo Poli

Dicembre 2018

Una piccola struttura per amanti della montagna, disegnata con maestria da studio SNØHETTA, rafforza una tradizione tipicamente norvegese. Quella delle spartane e sostenibili casette per vacanze immerse nella natura.
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Fasi della costruzione, resa possibile dal ricorso a elementi strutturali prefabbricati e dal trasporto in elicottero dei materiali.

Secondo Prognosesenteret.co, società che analizza il mercato immobiliare norvegese, stiamo vivendo un’impennata nelle vendite di rifugi e lotti edificabili di montagna. «I norvegesi trascorrono una media di 60 giorni all’anno in una casa di vacanze nella natura, un’esigenza che nasce come fuga da un’urbanizzazione sempre più densa e claustrofobica». In Norvegia i rifugi di montagna rappresentano tradizionalmente un tipo di vita semplice – hanno il bagno esterno, tavolati per dormire e una stufa centrale – ma oggi gli utenti sono sempre più esigenti e attenti a comfort, e spesso poco in armonia con la natura selvaggia. Nonostante questa progressiva “gentrificazione” della montagna, esiste ancora un’immagine fiabesca della “cabin”, che deve sembrare tradizionale, essere realizzata con legno incastrato a coda di rondine e avere piccole finestre a un’anta. La collocazione ideale è in un isolamento maestoso, possibilmente dove gli alberi si fermano e iniziano le brulle praterie d’alta quota. Numerosi progettisti si sono recentemente cimentati nel dare forma a strutture innovative e sostenibili come solo le architetture tradizionali possono essere, cioè “a consumo zero”.

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Realizzata a forma di goccia, la Bjelland Cabin di Snøhetta è vetrata sul fronte sud, assolato e affacciato sul fiordo.

Ne è un esempio il progetto di Snøhetta per la Bjelland Cabin, che riesce a coniugare design e tradizione in modo convincente. Oggetto archetipico contemporaneo, questo rifugio non ripropone la tipica “casetta”, ma un’architettura organica a forma di goccia, raggiungibile soloapiedi o a cavallo dopo diverse ore di cammino nella natura selvaggia. Il piccolo ambiente di 35metri quadrati, che contiene ben 21 posti letto, si trova nella regione di Hordaland, vicino a Bergen. Realizzato dal costruttore locale Trygve Østebø, l’edificio ha uno “scheletro” prefabbricato che è stato trasportato qui in elicottero. Strutturalmente sottoposto a carichi importanti (a causa dei fortissimi venti della zona e della neve che può arrivare a otto metri), l’edificio è solidale al terreno grazie a tiranti d’acciaio che sono anche struttura portante e copertura per la parete ovest verde e quella est di pietra. La facciata sud invece è interamente vetrata, per accumulare luce e calore e godere delle viste verso il fiordo.

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L’ambiente interno è organizzato intorno al camino centrale (in basso a destra). Addossati alle pareti, i 21 posti letto si possono usare anche come divani o sedute per cenare.

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L’interno è semplice ed essenziale, organizzato intorno a un fuoco centrale come il tepee deiNativi Americani, senza acqua corrente ed elettricità, dotato solo di una cucina a gas. Kjetil Thorsen, socio fondatore di Snøhetta, ha lavorato a stretto contatto con Østebø e la famiglia Bjelland per definire gli spazi interni a doppia altezza, il layout dei letti – «non è facile sistemare 21 paia di piedi dopo quattro ore di cammino», commenta Thorsen – e la collocazione giusta del camino di pietra calcarea, che diffonde il calore per ore dopo essersi spento. Oggi il proprietario Osvald Bjelland continua a occuparsi dei pascoli della famiglia, dopo aver realizzato questa piccola “cabin” che, racconta, sognava già a quindici anni ogni volta che arrivava qui insieme a suo padre e suo nonno.

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L’unica concessione ai moderni comfort della Bjelland Cabin è una cucina a gas. Non ci sono acqua corrente, né elettricità.