La rivoluzione del filo di paglia - Masanobu Fukuoka

Da Sotto le querce.
Masanobu Fukuoka, La rivoluzione del filo di paglia. Libreria Editrice Fiorentina (Firenze, 1980)
Masanobu Fukuoka (福岡正信; 2 febbraio 1913 – 16 agosto 2008) è stato un botanico e filosofo giapponese, pioniere della agricoltura naturale o del non fare, autore di La rivoluzione del filo di paglia e The Natural Way of Farming.
Masanobu Fukuoka (福岡正信; 2 febbraio 1913 – 16 agosto 2008) è stato un botanico e filosofo giapponese, pioniere della agricoltura naturale o del non fare, autore di La rivoluzione del filo di paglia e The Natural Way of Farming.

Confusione alimentare

Si potrebbe dire che il termine «alimentazione naturale» in Giappone sia nato dagli insegnamenti di Sagen Ishizuka, nell'Era Meiji. La sua teoria fu più tardi raffinata ed elaborata da Sakurazawa e Niki. La via della nutrizione, nota in occidente come macrobiotica, si basa sulla teoria della non dualità e il concetto dello yin-yang dell'I Ching. Poiché questo di solito corrisponde ad un'alimentazione a base di riso integrale, «dieta naturale» è generalmente concepita come il mangiare cereali integrali e verdure. L'alimentazione naturale, comunque, non può essere riassunta così semplicemente come vegetarianesimo del riso integrale.

E allora cos'è?

La ragione di tutta la confusione è che ci sono due vie dell'umana conoscenza: discriminare e non discriminare. La gente generalmente crede che una definizione inequivocabile del mondo sia possibile solo attraverso la discriminazione. Perciò la parola natura, come viene generalmente pronunciata, sta a significare la natura com'è percepita dall'intelletto discriminante. Io nego l'immagine vuota della natura come viene prodotta dall'intelletto umano, e la distinguo chiaramente dalla natura stessa come viene sperimentata dalla comprensione non-discriminante. Se sradichiamo la falsa concezione della natura credo che sparirà alla radice il disordine del mondo.

Nel mondo occidentale la scienza naturale si è sviluppata dalla conoscenza discriminante, nell'oriente la filosofia dello yin e yang e dell'I Ching si è sviluppata dalla stessa fonte. Ma la verità scientifica non può mai raggiungere la verità assoluta e le filosofie, dopo tutto, non sono altro che interpretazioni del mondo. La natura come è compresa dalla conoscenza scientifica è una natura distrutta, è un fantasma con uno scheletro ma senz'anima. La natura che è compresa dalla conoscenza filosofica è una teoria creata dalla speculazione umana, un fantasma con un'anima ma senza struttura alcuna.

Non c'è modo con cui la conoscenza non-discriminante possa essere realizzata, se non con la intuizione diretta, ma la gente cerca di farla rientrare in una categoria prestabilita chiamandola «istinto». In realtà è una conoscenza che deriva da una fonte che non si può definire in parole. Abbandona la mente discriminante e trascendi il mondo della relatività se vuoi conoscere il vero volto della natura. Fin dall'inizio non c'è l'est né ovest, né le quattro stagioni né lo ying o lo yang.

Quando arrivai a questo punto il giovane domandò: «Allora non solo neghi la scienza naturale, ma anche le filosofie orientali fondate sullo ying-yang e l'I Ching?».

Come espedienti temporanei o come segnali di direzione possono essere riconosciuti validi, dissi, ma non dovrebbero venir considerati come le realizzazioni più alte. Le verità scientifiche e le filosofie sono concetti del mondo relativo, ed è là che conservano la loro verità e il loro valore è riconoscibile. Per esempio, per gente moderna che vive nel mondo relativo distruggendo l'ordine della natura e diffondendo il collasso del suo corpo e spirito, il sistema ying-yang può servire come un indicatore di direzione adatto ed efficace verso la restaurazione dell'ordine.

Si potrebbe dire che simili vie sono utili teorie per aiutare la gente ad avere una dieta essenziale e concentrata finché una vera dieta naturale non viene raggiunta. Ma se realizzi che l'obiettivo umano vero è trascendere il mondo della relatività, è muoversi in un regno di libertà, allora trascinarsi faticosamente attaccati a una teoria è una disgrazia. Quando la persona è capace di entrare in un mondo in cui i due aspetti dello yin e dello yang ritornano alla loro unità originaria, lo scopo di questi simboli finisce.

Un giovane che era arrivato da poco disse: «Allora se diventi una persona naturale puoi mangiare tutto quello che ti pare?».

Se ti aspetti un mondo luminoso dall'altra parte della galleria, il buio della galleria dura ancora più a lungo. Quando non vuoi più mangiare qualcosa che ha buon sapore, puoi assaporare il vero sapore di qualsiasi cosa stai mangiando. È facile mettere in tavola i semplici cibi di una dieta naturale, ma quelli che riescono veramente ad apprezzare una festa simile sono pochi.

Quattro pilastri dell'agricoltura naturale

Passate con attenzione attraverso questi campi. Libellule e farfalle che volano in un turbinio di vita. Api che ronzano di fiore in fiore. Scostate le foglie e vedrete insetti, ragni, rane, lucertole e molti altri piccoli animali che si danno da fare nell'ombra fresca, e talpe e lombrichi che scavano sotto la superficie. Questo è l'ecosistema del campo di riso in equilibrio. Le popolazioni di piante ed insetti qui mantengono fra loro dei rapporti stabili. Non è raro che qualche malattia delle piante venga a devastare questa regione, lasciando intatti i raccolti di questi campi. E adesso guardate un momento il campo del vicino. Le erbacce sono state spazzate via dai diserbanti e dalle lavorazioni. Gli animali e gli insetti del terreno sono stati tutti sterminati dai veleni. Il suolo è stato bruciato e ripulito di ogni materia organica e dei microorganismi per mezzo dei fertilizzanti chimici. D'estate si vedono gli operai agricoli al lavoro nei campi, con addosso maschere antigas e lunghi guanti di gomma. Questi campi di riso che furono coltivati continuamente per più di 1.500 anni, sono stati ora resi sterili dalle pratiche agricole di rapina di una sola generazione.

Quattro pilastri

Il primo è NESSUNA LAVORAZIONE, cioè niente aratura né capovolgimento del terreno. Per secoli i contadini hanno creduto che l'aratro fosse indispensabile per produrre dei raccolti. Eppure non lavorare la terra è di fondamentale importanza nell'agricoltura naturale. La terra si lavora da sola per natura con la penetrazione delle radici delle piante e l'attività dei microorganismi, dei piccoli animali e dei lombrichi.

Il secondo è NESSUN CONCIME CHIMICO NÉ COMPOSTO PREPARATO. La gente violenta la natura e per quanto faccia non riesce a guarire le ferite che le provoca. Ottuse pratiche agricole impoveriscono il suolo di sostanze nutritive essenziali e ne risulta un esaurimento annuale del terreno. Lasciato a se stesso, il suolo conserva naturalmente la propria fertilità in accordo con il ciclo ordinato della vita vegetale e animale.

Il terzo è NESSUN DISERBO, NÉ CON L'ERPICE, NÉ COI DISERBANTI. Le erbacce hanno il loro ruolo nella costruzione della fertilità del suolo e nell'equilibrare la comunità biologica. Come norma fondamentale le erbacce dovrebbero essere controllate, non eliminate. Del pacciame di paglia, una copertura del terreno con trifoglio bianco consociato alle colture e una temporanea sommersione provvedono un efficace controllo delle erbacce nei miei campi di riso.

Il quarto è NESSUNA DIPENDENZA DA PRODOTTI CHIMICI. Dall'epoca in cui si svilupparono delle piante deboli per effetto di pratiche innaturali come l'aratura e la concimazione, le malattie e gli squilibri fra insetti divennero un grande problema in agricoltura. La natura, lasciata fare, è in equilibrio perfetto. Insetti nocivi e agenti patogeni sono sempre presenti, ma non prendono il sopravvento mai fino al punto da rendere necessario l'uso di veleni chimici. L'atteggiamento più sensato per il controllo delle malattie e degli insetti è avere delle colture vigorose in un ambiente sano.

Lavorazioni

Quando il suolo viene lavorato l'ambiente naturale è alterato oltre ogni possibilità di comprensione. Le conseguenze di tali attività hanno dato gli incubi ai contadini per innumerevoli generazioni. Per esempio, quando una zona naturale viene dissodata, delle erbacce molto invadenti, come la sanguinella e la romice a volte prendono il sopravvento nella vegetazione. Quando succede questo, il contadino si trova di fronte a un lavoro quasi impossibile di diserbo ogni anno. Molto spesso la terra viene abbandonata.

Nell'affrontare simili problemi, il solo atteggiamento sensato è interrompere le pratiche innaturali che hanno provocato il diffondersi di questa situazione. Il contadino ha anche la responsabilità di riparare il danno che ha prodotto. La lavorazione del suolo dovrebbe essere sospesa. Se vengono presi dei provvedimenti leggeri come spargere paglia e seminare trifoglio, invece di usare sostanze chimiche artificiali e macchine per organizzare una guerra di annientamento, allora l'ambiente tornerà verso il suo equilibrio naturale e anche le erbacce infestanti potranno essere riportate sotto controllo.

Fertilizzanti

Sono diventato famoso, parlando con gli esperti di fertilità del suolo, per aver chiesto: «Se un campo viene lasciato a se stesso, la fertilità del suolo aumenta o andrà ad esaurirsi?» Di solito fanno una pausa e poi dicono qualcosa del genere, «Bene, vediamo … Si esaurirà. No, se si pensa che quando il riso è coltivato per molto tempo nello stesso campo senza concimazione, i raccolti si stabilizzano sui circa 2 quintali e mezzo per 1000 metri quadri. Il terreno non si arricchirà né si esaurirà».

Questi esperti si riferiscono a un campo lavorato e inondato. Se la natura è lasciata a se stessa, la fertilità aumenta. I resti organici delle piante e degli animali si accumulano e vengono decomposti sulla superficie dai batteri e dai funghi. Con il movimento dell'acqua piovana le sostanze nutritive sono trasportate profondamente nel terreno per diventare alimento per i microorganismi, i lombrichi e gli altri piccoli animali. Le radici delle piante raggiungono gli strati più bassi del suolo e riportano alla superficie le sostanze nutritive.

Se si vuole farsi un'idea della fertilità naturale della terra, bisogna fare una passeggiata qualche volta sulle pendici selvagge del monte e osservare gli alberi giganteschi che crescono senza fertilizzanti e senza lavorazioni. La fertilità della natura, tale e quale, è al di là della portata dell'immaginazione.

Tagliate il manto naturale della foresta, piantate il pino rosso giapponese o i cedri per alcune generazioni e il suolo si esaurirà diventando preda dell'erosione. D'altra parte prendete una montagna nuda con un suolo povero, di argilla rossa e piantate il pino o il cedro coprendo il terreno di trifoglio ed erba medica. Mentre la coltura miglioratrice arricchirà e renderà soffice il suolo, le erbacce e i cespugli cresceranno sotto gli alberi e inizierà un ricco ciclo di rigenerazione. Ci sono casi in cui i dieci centimetri più superficiali di terreno si sono arricchiti in meno di dieci anni.

Anche per coltivare le piante alimentari l'uso di concimi artificiali può essere abbandonato. Per lo più, una copertura permanente di leguminose e la restituzione di tutta la paglia e la pula al terreno saranno sufficienti. Per provvedere il concime animale necessario ad aiutare a decomporre la paglia, di solito lasciavo libere le anatre nei campi. Se vengono introdotte da anatroccole quando le pianticelle sono ancora giovani, le anatre cresceranno insieme col riso. Dieci anatre provvederanno tutto il letame necessario a mille metri quadrati e aiuteranno anche a controllare le erbacce.

Ho fatto questo per molti anni finché la costruzione di un'autostrada nazionale ha reso impossibile alle anatre di attraversare la strada e poi tornare nel pollaio. Adesso uso un po’ di pollina per aiutare la decomposizione della paglia. In altre zone le anatre o altri piccoli animali pascolatori sono ancora una possibilità concreta.

Aggiungere troppo letame può portare a dei problemi. Un anno, subito dopo il trapianto del riso, presi in affitto un po’ più di mezzo ettaro di campi di riso appena piantato per un periodo di un anno. Lasciai scorrere via tutta l'acqua dai campi e procedetti senza concimi chimici, usando solo una piccola quantità di pollina. “Quattro campi si svilupparono normalmente. Ma nel quinto, per quanto facessi, le piante di riso vennero su troppo grandi e furono attaccate dal brusone. Quando ne domandai al proprietario il motivo, disse che aveva usato quel campo durante l'inverno come deposito di pollina. Usando paglia, colture miglioratrici, e un po’ di pollina, si possono ottenere abbondanti raccolti senza aggiungere assolutamente né composti né fertilizzanti commerciali. Sono ormai diversi decenni che me ne sto seduto ad osservare il modo che ha la natura di lavorare e fertilizzare. E guardando ho fatto abbondanti raccolti di verdure, agrumi, riso e cereali invernali come dono, per così dire, da parte della naturale fertilità della terra.

Tener testa alle erbacce

Ecco qui alcuni punti chiave da ricordare quando si ha a che fare con le erbacce.

Appena le lavorazioni vengono interrotte, il numero di erbacce diminuisce bruscamente. Anche le varietà di erbacce in un dato campo cambieranno.

Se si spargono dei semi quando la coltura precedente è ancora nel campo che matura, quei semi germineranno prima delle erbacce. Le erbacce invernali germogliano dopo la mietitura del riso, ma a questo punto il cereale invernale ha già il vantaggio di una testa. Le erbacce estive germogliano subito dopo il taglio della segale e dell'orzo, ma il riso è già là che cresce rigoglioso. Regolare le semine in modo che non ci siano intervalli fra colture successive dà al cereale un grande vantaggio sulle erbacce.

Se subito dopo la mietitura l'intero campo è ricoperto di paglia, la germinazione delle erbacce viene fermata bruscamente. Il trifoglio bianco, seminato insieme al cereale in copertura del terreno, aiuta anch'esso a tenere le erbacce sotto controllo.

Il modo normale per lottare contro le erbacce è lavorare il terreno. Ma quando si lavora, i semi che giacciono più in profondità, che altrimenti non germinerebbero mai, vengono stimolati e viene data loro l'occasione di spuntare. Inoltre, le specie a germinazione e crescita rapida sono avvantaggiate in queste condizioni. Così si potrebbe dire che il contadino il quale tenta di controllare le erbacce lavorando il terreno semina, piuttosto letteralmente, i semi della propria disgrazia.

Controllo degli insetti

Lasciateci dire che ci sono ancora persone che pensano che senza sostanze chimiche le loro piante da frutta e le colture in pieno campo si seccheranno davanti ai loro occhi. Il fatto vero è che usando queste sostanze chimiche la gente ha inconsapevolmente diffuso le condizioni in cui questa paura infondata può diventare realtà.

Recentemente i pini rossi giapponesi (pinus densiflora) hanno subito forti danni a causa di un'epidemia di scolitidi corticoli del pino. I forestali stanno usando gli elicotteri nel tentativo di arginare il danno con irrorazioni dall'alto. Non nego che questo sia efficace nel breve periodo, ma so che ci deve essere un altro modo.

I danni dei curculionidi non sono conseguenza di un'infestazione diretta, secondo le ultime ricerche, ma seguono l'azione di nematodi trasportatori. I nematodi si sviluppano nel tronco, bloccano il passaggio dell'acqua e di sostanze nutritive e alla fine il pino secca e muore. La causa vera e propria, naturalmente, non è ancora chiaramente compresa.

I nematodi si nutrono di un fungo dentro il tronco degli alberi. Perché questo fungo ha cominciato a propagarsi in modo così prolifico? Il fungo ha forse cominciato a moltiplicarsi dopo che i nematodi erano già apparsi? Oppure i nematodi sono venuti fuori perché il fungo c'era già? Tutto si riduce alla domanda se è arrivato prima il fungo o il nematodo.

Inoltre, c'è un altro microbo di cui si sa pochissimo, che sempre accompagna il fungo, e c'è anche un virus tossico per il fungo. L'effetto segue l'effetto in ogni direzione, la sola cosa che si può dire con certezza è che i pini stanno seccando in gran numero.

La gente non riesce a sapere quale sia la vera causa della malattia vascolare dei pini, e nemmeno riescono a sapere le conseguenze definitive dei loro «rimedi». Se si interferisce nella situazione superficialmente la cosa non farà che gettare i semi della prossima grande catastrofe. No, non posso rallegrarmi quando vengo a sapere che il danno immediato del curculionide è stato ridotto da irrorazioni chimiche. Usare sostanze chimiche in agricoltura è il modo più sciocco per affrontare problemi come questi, e porterà solo a problemi più gravi ancora nel futuro.

Questi quattro principi dell'agricoltura naturale (niente lavorazioni, niente fertilizzanti chimici né composti preparati, niente diserbo né con sarchiatura né con erbicidi, e nessuna dipendenza da sostanze chimiche) rispettano l'ordine naturale e portano alla ricostruzione delle ricchezze della natura. Tutti i miei tentativi hanno seguito questa linea di pensiero. È l'anima del mio metodo di coltivazione di ortaggi, cereali e agrumi.