L'orto sinergico - Marina Ferrara

Da Sotto le querce.

Marina Ferrara, L'orto sinergico. Guida per ortolani in erba alla riscoperta dei doni della terra. Edizioni L'Età dell'Acquario (Torino, 2014)
Marina Ferrara (Napoli, 1982) si è laureata a Venezia in Economia per l'ambiente e la cultura. Cura il blog ecopasticci.it e scrive per la rivista «Le Storie di Altro». Coltiva un orto sinergico in città ed è impegnata nella diffusione delle pratiche della descrescita.
Marina Ferrara (Napoli, 1982) si è laureata a Venezia in Economia per l'ambiente e la cultura. Cura il blog ecopasticci.it e scrive per la rivista «Le Storie di Altro». Coltiva un orto sinergico in città ed è impegnata nella diffusione delle pratiche della descrescita.

Tutta l'agricoltura sinergica si potrebbe condensare nel proposito, indicato da Emilia Hazelip, di «imitare ciò che fa la natura». In effetti si tratta di ristabilire le relazioni tra suolo, piante, fauna, microrganismi ed elementi nutritivi, che in natura vivono in un equilibrio perfetto grazie alla reciproca interazione. Tutti questi elementi, infatti, compongono un «organismo» unico, in cui i processi di ciascuno (nascita, crescita, riproduzione e perfino morte) si avvicendano in maniera durevole e si bilanciano con gli altri. L'agricoltura sinergica riabilita così il concetto di equilibrio naturale, sfatando il mito costruito dall'agricoltura industriale secondo cui non c'è possibilità di coltivazione senza un sostanziale intervento da parte dell'uomo. Secondo questo falso mito, infatti, le piante, crescendo, depauperano il suolo dei suoi elementi fertili, tanto che se una data quantità di elementi nutritivi si trova in una pianta, la stessa quantità dovrebbe essere re-introdotta nel suolo per mano dell'uomo. Questo principio non tiene conto del fatto che gli elementi nutritivi utili alle piante provengono per il 95% dal sole, dai gas atmosferici e dall'acqua. Solo il 5% è effettivamente attinto dal suolo, ma anche questa minima percentuale è composta per metà da azoto, che può essere riottenuto liberamente dall'atmosfera, ad esempio, attraverso piante azoto-fissatrici, come le leguminose. Quindi non solo le piante non depauperano il suolo, ma gli studi microbiologici condotti dall'australiano Alan Smith, hanno dimostrato che esse partecipano – insieme a microrganismi, batteri, funghi, lombrichi, ecc… – alla «autofertilità» della terra. Le piante, infatti, contribuiscono a mantenere il suolo fertile attraverso i propri essudati radicali, i residui organici che rilasciano, e la loro attività chimica. La sinergia tra tutti gli elementi, dunque, giova a ciascuno di essi e all'ambiente in cui si inseriscono grazie a un rapporto reciproco e simbiotico, che non va turbato con interventi impropri quali aratura, concimazione, trattamenti con antiparassitari.

Attrezzatura per cominciare

Attrezzatura e accessori per l'orto
Di base Di supporto Per la recinzione Per l'irrigazione
  • Zappa
  • Vanga
  • Rastrello
  • Forcone per la paglia (facoltativo)
  • Set vanghetta, zappetta, rastrellino, punteruolo
  • Guanti
  • Paglia, possibilmente biologica
  • Stivali di gomma o altre scarpette comode e sacrificabili
  • Cesoie, tronchesine, forbici
  • Filo di ferro
  • Fascette
  • Spago
  • Martello/mazzola, chiodi e pinza
  • Armadietto per riporre l'attrezzatura ed evitare che si deteriori
  • Canne di bambù o altri sostegni per le piante
  • Rete per la recinzione/pallet o altro materiale di recupero
  • Picchetti
  • Filo di ferro e/o fascette per fissare la rete ai picchetti
  • Tubo collettore
  • Rubinetti
  • Manichette forate (o da forare)
  • Giunzioni a T
  • Tappi per le estremità dei tubi
  • Picchetti per fissare i tubi nella terra
  • Filtro (facoltativo)
  • Timer (facoltativo)

Bancali

Dimensioni ottimali del bancale.

Prima di cominciare la costruzione dei bancali è utile fare una prima e ultima aratura del terreno a 20-30 cm di profondità e rimuovere le eventuali piante spontanee che avranno colonizzato l'area.

Costruzione dei bancali.

Se il suolo appare particolarmente impoverito, oltre alle già menzionate procedure di preparazione del terreno, è possibile incorporare nei bancali del compost o del letame maturo: l'approccio sinergico più puro lo consente solo in questa fase di avvio.

Le dimensioni ottimali dei bancali sono di 120 cm per la base, 30-40 cm di altezza, 40 cm per il fianco, 60 cm per il piano e 50 cm per i passaggi, ovvero i corridoi tra un bancale e l'altro.

I bancali possono avere qualunque forma si desideri: le più diffuse sono quella rettilinea e quella a spirale. Nel primo caso i bancali dovranno avere possibilmente un orientamento est-ovest e una lunghezza complessiva non superiore agli 8 metri (è possibile anche avere un bancale più lungo purché vi siano delle interruzioni con relativo passaggio ogni 6-8 metri).

Impianto di irrigazione a goccia

Impianto di irrigazione a goccia.

Questo sistema consente un uso ottimale dell'acqua: se ne impiega poca e questa si infiltra lentamente e in profondità nel terreno. Inoltre si evita di bagnare la parte aerea delle piante, riducendo il rischio che contraggano malattie fungine, e la pacciamatura, rallentandone il processo di decomposizione.

Installazione dell'impianto di irrigazione.

L'impianto così fatto prevede l'uso di due tipi di tubi:

  • un tubo collettore, non forato, che attraversa l'orto e distribuisce l'acqua dal rubinetto ai tubicini forati posti sui bancali,
  • i tubi forati, uno per ogni bancale, disposti ad anello.

I tubi forati devono avere un diametro di 12-16 mm e vanno fissati sulla parte piana dei bancali, sotto lo strato di pacciamatura, con l'ausilio degli appositi picchetti o di fil di ferro spesso ripiegato intorno al tubo e conficcato nel terreno. Per ogni bancale dovremo disporre un tubo forato sul piano, a 10 cm dal bordo: questo percorrerà tutto il bancale e, giunto all'estremità opposta, farà una curva a «U» per tornare indietro, a 10 cm stavolta dal bordo opposto. Otteniamo così due linee parallele che si ricongiungono ai piedi del bancale, punto in cui si collegano, per mezzo di una giunzione a «T», al tubo principale che dal rubinetto porta acqua a tutti i tubi forati.

Sostegni e tutori permanenti

Archi tutori.

In agricoltura sinergica è previsto l'uso di tutori permanenti che offrono una guida e un sostegno, stagione dopo stagione, a tutte le piante che ne hanno bisogno per crescere in altezza. Tali tutori, una volta installati, restano parte dell'impianto dell'orto e non richiedono nuovo lavoro ogni anno, se non per accompagnare e ancorare le piante alla struttura già presente. Questa viene realizzata quando è terminata la preparazione dei bancali, prima di iniziare la prima coltivazione.

Supporti in legno e canne.

Questa è la soluzione proposta nella maggior parte degli orti sinergici, ma personalmente non l'ho trovata pratica per numerose ragioni. Sono stata spinta a sperimentare soluzioni differenti da quella «ufficiale», fino ad adottare una struttura molto semplice che mi sembra piuttosto pratica e facile da realizzare, e che qui propongo come eventuale alternativa.

Per realizzarla possiamo servirci di canne di bambù spesse (che tuttavia tendono, nel tempo, a deteriorarsi) o in alternativa di picchetti di legno, oltre che di canne più lunghe e sottili. In vari punti del bancale dobbiamo conficcare almeno due picchetti (o canne spesse), in posizione triangolare, a forma di «V» capovolta, legati tra loro al vertice con fascette o fil di ferro e uniti a metà altezza da un picchetto più piccolo perpendicolare, a formare una «A». Ripeteremo questa struttura lungo tutto il bancale, circa ogni metro e mezzo o due metri, a seconda della lunghezza delle cannette di bambù sottili di cui disponiamo. Otteniamo in questo modo tre o quattro capannelle per ogni bancale. All'inizio e alla fine del bancale, sarà meglio rendere la struttura più stabile aggiungendo un terzo picchetto alla «A», ottenendo così all'incirca la forma di una «tenda indiana». Tra tutte queste strutture dislocate lungo il bancale correranno le sottili cannette di bambù disposte parallelamente al bancale, lunghe poco più della distanza tra le capannelle ( 1,5-2 m). Le fisseremo tra una «A» e l'altra con l'aiuto di fil di ferro e fascette e faremo in modo di ottenere almeno due livelli: uno più alto, ancorato ai vertici delle capannelle, e uno più basso, che poggia sulla stanghetta della «A». Su quest'ultima, inoltre, abbiamo lo spazio sufficiente a poggiare non solo una cannetta di bambù al centro - come sul vertice - ma anche all'occorrenza una su ogni lato, a formare dei «binari» che ci consentono di contenere piante, come i pomodori, che sviluppano molto la chioma. Le cannette di bambù parallele al suolo, dunque, fungeranno da tutori e strutture di contenimento; nel suolo in corrispondenza delle capannelle, invece, potremo sistemare piante rampicanti che necessitano di una guida, come cetrioli e fagiolini.

Pacciamatura

Bancali sinergici pacciamati.

La pacciamatura offre numerosi vantaggi:

  • protegge il suolo da compattamento e dilavamento conseguenti alle piogge;
  • mantiene il suolo umido, consentendo un risparmio dell' acqua e scongiurando evaporazione, secchezza e inaridimento per effetto del sole e del vento;
  • facilita la colonizzazione e lo sviluppo di lombrichi, della microfauna in generale e dei microrganismi nello strato superficiale del terreno;
  • protegge il terreno dalle gelate e attenua gli sbalzi termici;
  • preserva l'humus sottostante e nutre il suolo in seguito alla decomposizione della pacciamatura stessa;
  • controlla la diffusione delle piante infestanti.

È possibile «pacciamare» anche con materiale vegetale vivo, come senape, trifoglio bianco e trifoglio sotterraneo.

Sono soluzioni valide anche altri materiali biodegradabili come foglie, residui vegetali di altre piante erbacee (senza semi), residui di potatura e rami triturati, lana di pecora, corteccia. Come ultima scelta, che personalmente non prendo in considerazione per il mio orto, si può optare anche per la segatura, almeno nei camminamenti, purché essa sia ottenuta da legni rigorosamente non trattati ne incollati.

Quasi tutte le foglie vanno bene: sono da scartare solo quelle di eucalipto, mentre gli aghi delle conifere possono essere impiegati in parti esigue, se mescolati ad altri materiali e possibilmente in terreni basici. Anche le foglie di castagni, noci, querce e rovere vanno sempre utilizzati insieme ad altri materiali in ridotte quantità.

Ricordiamo che è importante coprire con la pacciamatura anche i passaggi, per evitare ai bancali di perdere umidità dai lati e anche per consentire a noi di non imbrattare e compromettere tutte le nostre scarpe quando piove!

Come scegliere e sistemare le piante sul bancale

La disposizione delle piante sul bancale, naturalmente, non è casuale, ma segue alcuni criteri che proverò a elencare:

  • sinergia e differenziazione delle famiglie presenti su ciascun bancale;
  • consociazioni favorevoli tra le colture;
  • distanza tra le piante sufficiente a garantire loro uno sviluppo senza conflittualità e soffocamento reciproco;
  • successioni adeguate delle colture sui bancali.
«Consociazione di piante su un bancale» di Michele Marletta.

Inoltre, sui nostri bancali ci devono essere sempre degli ospiti fissi, che non dobbiamo mai dimenticare:

  • sulle pareti inclinate del bancale dovrà essere sempre presente almeno una varietà di liliacea, che svolgerà una funzione antibatterica e nematodicida, formando una barriera protettiva per le altre piante;
  • sul piano è buona abitudine seminare qua e la sempre qualche leguminosa, soprattutto fagioli, fave, fagiolini e piselli. Grazie a un batterio che cresce nelle loro radici, infatti, le leguminose hanno la capacità di fissare nel terreno l'azoto atmosferico, principale nutrimento di tutte le piante;
  • alle estremità dei bancali dovremo lasciar posto a qualche pianta aromatica e officinale come salvia, rosmarino, santoreggia, lavanda, timo, origano. Queste piante, con il loro odore pungente, offrono una valida barriera protettiva dagli insetti dannosi, prima tra tutti la cavolaia;
  • e infine, nel nostro orto non devono mancare i fiori! Alcuni fiori, infatti, hanno effetti positivi sulle colture, attirando insetti benefici e impollinatori e allontanando quelli ostili. Particolarmente indicato è il tagete, un anticrittogamico naturale nei confronti dei nematodi e della mosca bianca. Anche la calendula è uno straordinario antibiotico naturale e allontana i parassiti di pomodori e asparagi. C'è poi il nasturzio che respinge numerosi insetti nocivi, anche la mosca bianca. E infine il tanaceto, che allontana soprattutto mosche e formiche.

Regola d'oro: sinergia e biodiversità

La regola d'oro di un orto sinergico è, naturalmente, la sinergia! Se si vuole realizzare un orto di questo tipo è molto importante garantire la presenza sullo stesso bancale di piante appartenenti a famiglie diverse, possibilmente almeno quattro. È proprio questa varietà, questa biodiversità, che veicola la «sinergia» tra le colture innescando delle interazioni vantaggiose.

Viceversa, dovremo evitare di accostare piante della stessa famiglia, ad esempio broccoli e cavoli (entrambi crucifere) o melanzane e pomodori (entrambi solanacee).

Consociazioni

Vedi anche: Il mio orto biologico perfetto - Aa.Vv.

«Consociando» opportunamente le piante tra loro, otteremo un certo numero di vantaggi. Sfrutteremo a beneficio di alcune colture le specificità delle altre vicine: l'effetto protettivo nei confronti di certe malattie, l'effetto repulsivo nei confronti dei parassiti, il fissaggio dell'azoto nel suolo e così via. Inoltre occuperemo meglio lo spazio, anche in profondità, grazie a sistemi radicali complementari. Infine, affiancare piante che hanno un accrescimento differente ci consentirà di intensificare le coltivazioni sul bancale senza creare competizione tra le piante, ma anzi facendo in modo che si supportino reciprocamente.

Ad esempio: il pomodoro tiene lontano la cavolaia dai cavoli, così come il rosmarino e la salvia. Aglio e cipolle tengono lontani gli afidi dalle fave e sfruttano il suolo in profondità, diversamente da queste ultime. Allo stesso modo si influenzano positivamente zucca con spinaci o melenzana con fagiolo. Si parla anche di consociazioni negative, ma personalmente mi limito a seguire la regola aurea di non consociare piante della stessa famiglia (ad esempio agli e cipolle).

A voler sintetizzare, per consociare opportunamente le piante è utile tenere conto almeno di altre tre linee guida:

  1. Non accostare piante che appartengono alla stessa famiglia.
  2. Non consociare piante che occupano e sfruttano lo stesso livello di terreno, ma piante a diverso accrescimento radicale:
    Classificazione degli ortaggi in base alla profondità dell'apparato radicale
    Superficiale (< 60 cm) Medio (60-120 cm) Profondo (> 120 cm)
    cavolfiore, cavolo broccolo, cavolo cappuccio, cavolo verza, cipolla, fragola, lattuga, patata, ravanello, spinacio bietola da costa, fagiolo, carota, cetriolo, melanzana, pisello, peperone, zucchina asparago, carciofo, cocomero, melone, pomodoro, zucca
  3. Tener conto delle diverse esigenze nutritive delle piante da orto, e in particolare del consumo di azoto: è consigliabile accostare colture a elevato e medio consumo oppure medio e debole (non a basso ed elevato consumo di azoto):
    Classificazione degli ortaggi in base al consumo di azoto
    Elevato Medio Basso
    cavolfiore, cipolla invernale, bietola, melenzana, patata, peperone, pomodoro, porro, sedano, sedano rapa, zucca aglio, cicoria, carota, cipolla estiva, finocchio, lattuga, melone, zucchina, rapa, ravanello, spinacio fagiolo, fagiolino, fava, erbe aromatiche

Per cominciare, può essere utile disporre di una tabella come quella che riporto in basso che, sebbene non sia pienamente esaustiva e non possa ritenersi universalmente valida, riassume le principali consociazioni favorevoli e sfavorevoli.

Principali consociazioni nell'orto
Aglio Bietola Carota Cavoli Cetriolo Cicoria Cipolla Fagiolo Finocchio Lattuga Melanzane Pisello Peperone Pomodoro Porro Ravanello Spinacio Zucchine
Aglio no no no no no
Bietola no no
Carota no no
Cavoli no no
Cetriolo no no
Cicoria no no
Cipolla no no no
Fagiolo no no no no no no no
Finocchio no no no no no
Lattuga no no
Melanzane no no no
Pisello no no no no no no
Peperone no no no
Pomodoro no no no no no
Porro no no no no
Ravanello no no
Spinacio no no
Zucchine no no

Distanze minime tra le piante

Distanze minime consigliate
Ortaggi Distanza tra le piante (in cm)
Anguria 100
Basilico 30
Carciofo 90
Cavolo di Bruxelles 40
Cavolo broccolo 40
Cavolo cappuccio 40
Cavolfiore 40
Cavolo verza 50
Cavolo rapa 30
Catriolo 60
Cicoria o radicchio 30
Cipolla 15
Indivie 25
Finocchio 30
Lattughe 25
Melenzane 50
Melone 60
Peperoni 50
Pomodori 40
Porro 10
Rapa 20
Rucola 10
Zucca 100
Zucchina 80

Quando disponiamo le piantine sul bancale è importante distanziarle così da lasciare loro lo spazio per crescere rigogliose, senza soffocarsi a vicenda.

Non esiste una misura standard cui fare riferimento: questa varia da pianta a pianta, ed è dettata principalmente dallo sviluppo sia dell'apparato radicale che della parte aerea della pianta. Pertanto, maggiore è lo sviluppo della pianta in età adulta, maggiore sarà lo spazio che dovremo riservarle.

Vi propongo una tabella in cui sono indicate, per ciascuna varietà, le distanze minime consigliate.

Le distanze indicate in tabella, sono pensate per dei filari di un tradizionale orto biologico: file di sole zucchine, file di insalate, file di broccoli ecc.

Nel nostro caso queste misure sono del tutto indicative, perché dobbiamo ricordare che non parliamo di file, ma di bancali, su cui lo spazio a disposizione per la coltivazione si sviluppa in varie direzioni, sul piano e sul fianco. A ogni modo questo metodo rischia di rendere troppo rade le piante sul bancale, disposte le une troppo lontane dalle altre. Possiamo dunque optare per una soluzione casalinga e inventata di sana pianta, battezzarlo «il metodo della via di mezzo»: se, ad esempio, accostiamo una pianta di broccolo, che solitamente viene distanziata 70 cm dagli altri broccoli, a una bietola, che necessita invece di uno spazio ridotto, possiamo «trovare un compromesso» e distanziarle di circa 50 cm l'una dall'altra.

Rotazioni, ovvero successioni e precessioni favorevoli

Classificazioni degli ortaggi in base al consumo di sostanze nutritive
Forti consumatori Medi consumatori Deboli consumatori
  • cavoli (eccetto cavolo rapa e cavolino di bruxelles)
  • finocchi
  • melenzane
  • meloni
  • patate
  • peperoni
  • sedani
  • sedani rapa
  • zucche
  • zucchine
  • porro
  • pomodori (medio-basse)
  • aglio (medio-basse)
  • aromatiche
  • barbabietole (medie)
  • bietole (medie)
  • cavoli rapa (medie)
  • cavolini di Bruxelles (medio-basse)
  • cetrioli (medio-basse)
  • cime di rapa (medio-basse)
  • carote (medie)
  • cicoria (medie)
  • cipolle (medio-alte)
  • rucola (medie)
  • fave, fagioli e fagiolini (basse esigenze di azoto e fosforo, ma alte di potassio)
  • piselli
  • insalate da taglio e lattughe
  • rucola
  • radicchio (basse esigenze di azoto , ma medio-alte di fosforo e potassio)
  • ravanelli (basse esigenze di azoto , ma medio-alte di fosforo e potassio)
  • invidie e scarole (basse esigenze di azoto , ma medio-alte di fosforo e potassio)

La tecnica delle rotazioni, così come quella delle consociazioni, è adottata per diversificare le coltivazioni nelle aiuole nel tempo ed evitare il depauperamento del terreno.

Tradizionalmente i contadini mettevano in atto le rotazioni avvicendando colture «miglioratrici» (come erba medica, trifogli, ma anche leguminose), «da rinnovo» (ad esempio la bietola) e «sfruttatrici o depauperanti» (come il frumento).

La rotazione è una pratica adottata anche in agricoltura sinergica, sebbene questa necessiti - per come la vedo io - di un bel po' di elasticità e di adattamento caso per caso.

Personalmente ho sperimentato due metodi. Il primo prevede di dividere idealmente il bancale in tre sezioni, inserendo per ogni sezione solo due o tre famiglie diverse. In questo modo sarà più semplice stabilire le tre successioni tenendo anche conto delle consociazioni favorevoli tra le tre varietà ed è possibile anche programmare delle successioni stagione dopo stagione.

Il secondo metodo è quello «dell'improvvisazione»: di volta in volta individuiamo per ogni coltura che vogliamo inserire quali sono le precessioni più indicate e dunque su quale bancale e al posto di quale pianta può essere ragionevole collocarla, tenendo conto per quanto possibile delle influenze con le vicine.

Ma quali sono i criteri in base a cui stabilire se una successione è favorevole oppure no?

Cominciamo col dire che il principio fondante delle rotazioni è: non far seguire mai a una coltura piante della stessa famiglia. Questa è a mio avviso l'unica regola che neanche in un orto sinergico si può infrangere: dove c'era un broccolo nero non possiamo categoricamente mettere un cavolfiore; mettiamolo invece su un bancale diverso.

Nell'agricoltura tradizionale questa regola vale per tre anni: per restare sull'esempio di cavoli e broccoli, per tre anni nessuna crucifera può tornare sulla stessa aiuola. Tuttavia è possibile ridurre notevolmente questo intervallo temporale, coltivando nell'anno piante differenti nella stessa aiuola: in questo modo basta attendere quattro cicli colturali prima di ricollocare una stessa famiglia nella posizione di partenza. Facciamo un esempio: se trapiantiamo le cipolle dove c'erano le zucchine, e dopo le cipolle seminiamo i piselli e alla fine di questi i pomodori, dopo la quarta successione (i pomodori) possiamo tornare alle zucchine, anche se non sono già trascorsi tre anni.

Un secondo criterio per stabilire le successioni si basa sulle esigenze nutritive delle piante, ovvero i bisogni di fosforo, potassio e soprattutto azoto. Gli ortaggi sono suddivisi in tre gruppi: forti, medi e deboli consumatori. Vediamo dunque la distribuzione delle principali piante coltivate nei tre gruppi.

Quindi nelle successioni, ai forti consumatori di sostanze nutritive, dovranno seguire medi e poi deboli consumatori e viceversa.
Rotazioni
Ultima semina
Bietola Carota Cavoli Cetriolo Cicoria Fagiolo Finocchio Invidia Lattuga Melanzane Melone Peperone Piselli Pomodoro Porro Ravanello Spinaci Zucchine
Bietola no no no no no no no
Carota no no no no no no
Cavoli no no no no no no no no
Cetriolo no no no no no no no
Cicoria no no no
Fagiolo no no
Finocchio no no no no no no
Invidia no no no
Lattuga no no no
Melanzane no no no no
Melone no no no no no
Peperone no no no no
Piselli no no
Pomodoro no no no no no
Porro no no no no no
Ravanello no no no
Spinaci no no no no no
Zucchine no no no no no no

È tempo di coltivare? La cura dell'orto oltre la sinergia

Calendario delle semine all'aperto
GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC
Aglio
Basilico
Bietole
Carciofo
Carota
Cavolo broccolo
Cavolo cappuccio
Cavolfiore
Cavolo di Bruxelles
Cetrioli
Cicorie
Cipolle
Fagioli nani
Fagioli rampicanti
Fave
Finocchi
Fragole
Insalate
Melenzane
Meloni
Peperoni
Piselli Taccole
Pomodori
Porro
Ravanelli
Rucola
Sedano
Spinaci
Zucca
Zucchine
Calendario delle semine all'aperto
GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC
Aglio
Basilico
Bietole
Carciofo
Carota
Cavolo broccolo
Cavolo cappuccio
Cavolfiore
Cavolo di Bruxelles
Cetrioli
Cicorie
Cipolle
Fagioli nani
Fagioli rampicanti
Fave
Finocchi
Fragole
Insalate
Melenzane
Meloni
Peperoni
Piselli Taccole
Pomodori
Porro
Ravanelli
Rucola
Sedano
Spinaci
Zucca
Zucchine

Seminare con la luna

Tra i sostenitori dell'influenza della luna nell'orto è diffusa l'opinione secondo cui se alla terra vengono aggiunte sostanze chimiche, l'influenza della luna diventa quasi nulla, visto che la sua attività agisce soprattutto sul mondo dei microrganismi del terreno, che vengono pressoché annientati dai trattamenti chimici.

Esistono due metodi per seguire le fasi lunari nell'organizzazione dei lavori agricoli: quello tradizionale-sinodico e quello biodinamico-siderale.

Il metodo tradizionale si basa, infatti, sul ciclo lunare sinodico, della durata di 29 giorni e mezzo, ovvero il tempo impiegato dalla luna per compiere un giro completo intorno alla Terra e tornare in congiunzione con il Sole. In questo percorso si hanno le fasi crescente e calante, ciascuna ritenuta favorevole per effettuare alcuni lavori, sfavorevole per altri. Le fasi sono generalmente indicate nei calendari, ma in ogni caso sono riconoscibili subito guardando la luna: se la gobba è a destra, la luna è crescente, se a sinistra è calante. Nel primo caso si consiglia la semina degli ortaggi da foglia, eccetto quelli che potrebbero andare a seme (lattughe, spinaci ecc.), degli ortaggi a fiore, frutto e cereali. Ad esempio, in luna crescente, vengono tradizionalmente seminati e trapiantati anguria, basilico, carciofo, cardo, carota, cavolfiore, cavolo broccolo, cavolo di Bruxelles, cetriolo, fagiolo, fava, fragola, melanzana, melone, peperone, pisello, pomodoro. In fase crescente si effettuano anche il trapianto degli alberi da frutto, la potatura degli alberi deboli, la raccolta delle erbe officinali, degli ortaggi da radice e degli ortaggi da frutto; gli innesti e le margotte, la piantagione di palloni, il taglio del prato, la divisione dei cespi per moltiplicare le aromatiche.

Con la luna calante, invece, si consigliano la semina e il trapianto degli ortaggi da foglia che possono montare a seme, degli ortaggi da radice e dei bulbi, come ad esempio aglio, barbabietola, bietola a coste, cavolo cappuccio, cavolo verza, cicorie, cime di rapa, cipolla, finocchio, indivia riccia, indivia scarola, lattuga. Si attende la luna calante anche per effettuare cimature, il diserbo manuale, la lavorazione del terreno, la raccolta delle verdure da conservare, la potatura estiva e invernale degli alberi più forti, la vendemmia e la mietitura. Nel periodo di plenilunio sono sconsigliate tutte le semine e qualsiasi lavoro della terra.

Il metodo biodinamico tiene invece conto del ciclo lunare periodico, della durata di 27 giorni e mezzo, ovvero il tempo impiegato dalla luna per compiere un giro completo intorno alla Terra e tornare in congiunzione con una stella prefissata, attraversando le 12 costellazioni dello Zodiaco (mese siderale). Con questo metodo vengono osservate le fasi ascendente e discendente della luna, ma dato che queste non sono facilmente osservabili, ogni anno viene pubblicato un calendario delle semine che le indica, basato sul metodo biodinamico e realizzato in base a calcoli astronomici previsionali.

Gli agricoltori biodinamici ritengono che nella fase ascendente (che va dal Sagittario al Toro) la luna favorisca la salita della linfa verso la sommità delle piante e che nella fase discendente (che va dai Gemelli allo Scorpione) favorisca invece lo sviluppo delle radici.

Dunque in fase ascendente la pianta è più rigogliosa e forte nelle parti superiori, perché la linfa sale con più forza: in questa fase si usa tagliare rami da innesto e raccogliere verdure a foglie e a frutto. In luna discendente si preferisce raccogliere ortaggi da radice oppure seminare e trapiantare, ritenendo questa fase più propizia per il radicamento.

Volendo andare più nel dettaglio, l'ingresso della luna nelle costellazioni stimola 4 parti differenti della pianta, a cui vengono associati anche quattro gruppi diversi di piante:

  • da radice: barbabietole, rape, carote, ravanelli, pastinaca ecc. Favoriti quando la luna passa attraverso le costellazioni di Terra (Toro, Vergine e Capricorno); da fiore: broccoli, carciofo, asparagi ecc. Favoriti al passaggio della luna nelle costellazioni d'Aria (Gemelli, Bilancia e Acquario);
  • da foglie: insalate, radicchi, cicorie, bietole ecc. Favoriti al passaggio della luna nelle costellazioni d'Acqua (Cancro, Scorpione e Pesci);
  • da frutto: zucchine, zucca, peperoni, melanzane, pomodori ecc. Favoriti quando la luna passa nelle costellazioni di Fuoco (Ariete, Leone e Sagittario).

Curare l'orto tra antiche saggezze e rimedi della nonna

Allontanare talpe e topi, senza colpo ferire!

Esiste un rimedio naturale che personalmente non ho sperimentato [per allontanare le talpe], ma che ha fama di essere efficace: l'inserimento nell'orto di piante repellenti. Queste sono principalmente due: la Fritillaria imperialis o «corona imperiale» e la Euphorbia lathyrus o «euforbia catapuzia».

La Fritillaria è una bulbosa che in maggio produce fiori rossi, arancio o gialli ed è proprio l'odore dei bulbi a disturbare le talpe. L'euforbia catapuzia, invece, oltre a emettere un odore sgradevole, produce un lattice tossico per cui personalmente la sconsiglio, non solo perché rischia di nuocere alle talpe, ma anche perché potrebbe rappresentare un serio rischio per bambini e animali domestici. Entrambe le piante agiscono come repellente nel raggio di un paio di metri, quindi andrebbero disposte con una densità di 3 piante a metro quadro per la fritillaria e l a metro quadro per la catapuzia.

Altre bestioline indesiderate sono topi e arvicole, per i quali, secondo me, non esiste un vero rimedio. In tempi recenti si sono diffusi apparecchi scacciatopo a ultrasuoni, alimentati a energia solare, che emetterebbero una vibrazione capace di allontanare i piccoli ospiti indesiderati. Personalmente non li ho provati e, in ogni caso, non trattandosi propriamente di un rimedio naturale, non me la sento di dare un parere sulla loro efficacia. Quel che so è che esiste una pianta che ha una spiccata proprietà repellente per i topi: la ruta. La ruta comune, o meglio Ruta Graveolens, è una pianta perenne a fusti ramificati, alta circa 80 cm, che in primavera produce graziosi fiori gialli. Questa pianta - utilizzata sia come officinale dalle molteplici proprietà, che per aromatizzare le grappe - è caratterizzata da un odore molto intenso: è proprio questo, pare, ad avere un'azione repellente sui topi e - a detta di qualcuno - anche sui serpenti.

Proteggere l'orto con piante aromatiche e fiori

Nella scelta delle piante da coltivare, abbiamo accennato all'importanza di collocare sempre, alle estremità di ogni bancale, una o più piante aromatiche.

Queste, infatti, esercitano un ascendente molto positivo sulle colture, garantendo, attraverso il loro odore pungente, una barriera protettiva contro parassiti e altri insetti dannosi. Allo stesso modo anche alcuni fiori, come abbiamo visto, si offrono come validi alleati contro afidi e nematodi.

Dunque vediamo, in sintesi, quali sono i fiori e le erbe aromatiche da coltivare nel nostro orto, in posizioni strategiche, per difendere i nostri ortaggi, favorirne lo sviluppo e prevenire l'attacco di parassiti.

Protezione e cura dell'orto attraverso le aromatiche
Specie Effetto protettivo e migliorativo
Abrotano Allontana la cavolaia e migliora n gusto del cavolo.
Achillea Favorisce lo sviluppo degli oli essenziali nelle piante aromatiche.
Assenzio Allontana la cavolaia e tiene lontani gli animali dall'orto. Va utilizzato come bordura lontano dagli ortaggi, ai quali non giova la sua vicinanza.
Basilico Allontana le zanzare (dannose per l'uomo, non per le piante!) ed esalta il sapore dei pomodori.
Calendula Antibiotico naturale e repellente per i parassiti di pomodori e asparagi.
Camomilla Migliora il gusto e lo sviluppo di cavoli e cipolle, ma va tenuta lontana dalla menta.
Coriandolo Attrae api e altri insetti benefici.
Cumìno Va seminato qua e là nell'orto, perché ne ammorbidisce il terreno grazie alle lunghe radici della pianta che funzionano da erpici naturali. È difficile farlo germogliare e quindi la cosa migliore è «farlo partire» consociandolo a una semina di piselli; raccolti i piselli, si ara come se non ci fosse nulla, e il cumino germoglia.
Digitale Ha effetti stùnolanti sulla crescita delle piante vicine.
Issopo Allontana la cavolaia dai cavoli, attraendola verso di sé, e giova alla vite.
Levistico Migliora il gusto e la robustezza delle piante.
Maggiorana Migliora il profumo delle piante.
Melissa Migliora il sapore e lo sviluppo dei pomodori.
Menta Allontana la cavolaia e le formiche e migliora il gusto e lo sviluppo di cavoli e pomodori.
Nasturzio Respingente verso numerosi insetti nocivi e la mosca bianca, è molto utile ai ravanelli, ai cavoli e alle cucurbitacee.
Rafano Seminato negli angoli delle aiuole delle patate tiene lontani gli insetti dannosi.
Rosmarino È consociabile con cavoli, fagioli, carote e salvia: tiene lontane la cavolaia, la mosca delle carote e l'epilachna.
Ruta Seminata vicino a rose e lamponi li protegge dagli insetti, respinge le mosche, i topi e i serpenti.
Salvia Allontana la cavolaia, giova a rosmarino, cavoli (che rende più teneri) e carote.
Santoreggia Protegge il fagiolo dalla mosea, migliora il gusto e la salute sia di fagioli che di cipolle.
Sedano Protegge la cipolla dalla mosca.
Tagete Anticrittogamico naturale nei confronti dei nematodi e della mosca bianca; protegge anche le fave dal tonchio.
Tanaceto Repellente verso mosche, formiche e tignola.
Timo Allontana la cavolaia e altri insetti dal cavolo.