Casa Naturale - Biofilia. Connessione vitale
Connessione vitale
L'attrazione dell'uomo verso la natura è un istinto primordiale. Da qui riparte l'architettura che vuole rispondere al benessere degli abitanti.
Giorgia Marino e Maria Chiara Voci
Gennaio/Febbraio 2019
L'attrazione dell'uomo verso la natura è un istinto primordiale. Da qui riparte l'architettura che vuole rispondere al benessere degli abitanti.
Tra i principi cardine dell’architettura bioflica c’è la connessione con lo spirito del luogo. Esempio brillante è il Te Kura Whare in Nuova Zelanda, sede della tribù Māori Tūhoe. Alla sua costruzione sono dedicati un sito web e un documentario. www.evertheland.com
Questione di affinità, attrazione, fascinazione. Soprattutto, questione di connessione. Come ogni legame d’amore profondo, la biofilia – letteralmente la “passione per la vita” – va ben oltre il mero richiamo estetico o l’incanto che la contemplazione della Natura può generare nell’essere umano. È un’unione potente. Meglio, un’interdipendenza.
Il primo a usare il termine “biofilia” fu lo psicanalista tedesco Erich Fromm, parlando dell’attrazione dell’uomo nei confronti della Natura. Ma ci è voluto un biologo, lo statunitense professore di Harvard Edward O. Wilson, per arrivare a una vera formulazione di quella che sembra essere una caratteristica quasi scontata, eppure piuttosto elusiva, della psiche umana. «La biofilia – scrive – è la tendenza innata a concentrare la nostra attenzione sulle forme di vita e su tutto ciò che le ricorda e, in alcune circostanze, ad affiliarvisi emotivamente». Wilson, dunque, non parla solo di fascinazione, ma di imprescindibile bisogno e legame affettivo. Una connessione che si colloca in quella che definisce “Web of Life”: la rete della vita di cui l’uomo fa parte, insieme a tutti gli altri esseri viventi. Insomma, l’essere umano non ama semplicemente la Natura: è Natura.
Questo significa che la qualità della vita umana, la salute, l’equilibrio mentale, il benessere dipendono dal grado di connessione che si riesce a mantenere con gli elementi naturali. Anche quando si vive in città. Ecco allora che la biofilia entra in architettura. Lo fa per la prima volta grazie all’ecologo e sociologo Stephen Kellert che, dopo aver curato nel 1993 una raccolta di saggi sull’ipotesi biofilica insieme a Wilson, dà vita alla corrente del Biophilic Design, formalizzata in un libro del 2008 e poi in molte altre pubblicazioni. Kellert è passato da un’ipotesi alla definizione di caratteristiche ed elementi concreti capaci di rendere ogni ambiente costruito, esterno o interno, pubblico o privato, più vicino alla Natura. E, quindi, più a misura d’uomo. Scomparso nel 2016, ha lasciato un’eredità oggi raccolta e sviluppata in tutto il mondo dai progettisti più all’avanguardia. Dall’Asia agli Stati Uniti, dalla Nuova Zelanda all’Italia, siamo andati a cercarli.
La pietra miliare | L'ipotesi prende corpo |
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Tutto comincia da questo saggio del biologo statunitense Edward Osborne Wilson. “Biophilia. The human bond with other species” teorizza per la prima volta l’ipotesi bioflica, partendo da personali considerazioni dell’autore | Dall’incontro di Wilson con l’ecologo Stephen Kellert nasce la raccolta di saggi “The Biophilia Hypothesis”. L’idea prende corpo attraverso una varietà di prospettiva: psicologica, biologica, culturale, estetica. |
La biofilia entra nel mondo costruito | L'architettura della vita, al cinema |
A portare la biofilia dentro l’architettura è il sociologo ed ecologo Stephen Kellert. Con “Biophilic Design” e una serie di altre pubblicazioni, definisce teoria e prassi per costruire spazi che favoriscano la connessione uomo-natura. | Per divulgare i principi della biofilia, Kellert ha prodotto anche un film-documentario. Scritto e diretto insieme a Bill Finnegan, “Biophilic Design. The Architecture of Life” si trova online. www.biophilicdesign.net |
L'esperto italiano | Amare la natura fa bene |
Il biologo Giuseppe Barbiero è senza dubbio il maggior esperto di biofilia in Italia. Nel libro “Introduzione alla biofilia” (Carocci ed.), scritto a quattro mani con la psicologa Rita Berto, traccia una panoramica dello sviluppo dell’ipotesi, fino alle ricerche sperimentali oggi condotte con l’Università di Aosta. | L'ecologia affettiva è lo studio delle relazioni insieme affettive e cognitive che gli esseri umani instaurano con il mondo vivente e non vivente. Anche nella società urbanizzata. Barbiero spiega come affinare i nostri sensi per rispondere, ovunque, al richiamo di Gaia. |
La pietra miliare | L'ipotesi prende corpo | La biofilia entra nel mondo costruito | L'architettura della vita, al cinema | L'esperto italiano | Amare la natura fa bene |
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Tutto comincia da questo saggio del biologo statunitense Edward Osborne Wilson. “Biophilia. The human bond with other species” teorizza per la prima volta l’ipotesi bioflica, partendo da personali considerazioni dell’autore | Dall’incontro di Wilson con l’ecologo Stephen Kellert nasce la raccolta di saggi “The Biophilia Hypothesis”. L’idea prende corpo attraverso una varietà di prospettiva: psicologica, biologica, culturale, estetica. | A portare la biofilia dentro l’architettura è il sociologo ed ecologo Stephen Kellert. Con “Biophilic Design” e una serie di altre pubblicazioni, definisce teoria e prassi per costruire spazi che favoriscano la connessione uomo-natura. | Per divulgare i principi della biofilia, Kellert ha prodotto anche un film-documentario. Scritto e diretto insieme a Bill Finnegan, “Biophilic Design. The Architecture of Life” si trova online. www.biophilicdesign.net | Il biologo Giuseppe Barbiero è senza dubbio il maggior esperto di biofilia in Italia. Nel libro “Introduzione alla biofilia” (Carocci ed.), scritto a quattro mani con la psicologa Rita Berto, traccia una panoramica dello sviluppo dell’ipotesi, fino alle ricerche sperimentali oggi condotte con l’Università di Aosta. | L'ecologia affettiva è lo studio delle relazioni insieme affettive e cognitive che gli esseri umani instaurano con il mondo vivente e non vivente. Anche nella società urbanizzata. Barbiero spiega come affinare i nostri sensi per rispondere, ovunque, al richiamo di Gaia. |